< Di solito ho settordici fogliettini sparsi e altrettanti appunti scritti su impensabili fogli di carta o salvo tutto su file text sul mio desktop o aggiungo ai preferiti ( che poi ,fortunamente non c'è polvere, non apro mai).

Forse questo blog può essere terapeutico da questo punto di vista. >


martedì 3 aprile 2012

YOUNG ADULT




Young Adult


2011
Regia: Jason Reitman  (Juno,Thank you for smoking)
Sceneggiatura: Diablo Cody (ex spogliarellista,blogger,scrive per il telefilm United States of Tara)
Genere: wikipedia dice commedia ma è assolutamente drammatico dal mio punto di vista.


Intorno al film ragazzi giovanissimi e si nota.

Nella prima parte del film,per ben due terzi dei 94 minuti, non scorre la trama. A parer mio ci si è soffermati troppo sulla sua condizione da Young Adult e nemmeno troppo nei particolari. Si intuisce che la protagonista ha qualche squilibrio ma molto vagamente.
Il vero fulcro del film avviene nella seconda parte dove l’impianto narrativo si svolge più velocemente e l’analisi psicologica della protagonista ormai si snoda ampiamente. Prende coscienza delle sue problematiche,del suo essere bloccata nel passato e nell’immagine che dava anche agli altri.
Le persone che la circondano l’avevano subito percepito, ma nel film non viene messo in particolar modo in rilievo.Come se dovessimo vedere le cose dalla sua prospettiva,per comprenderla.
Superficialmente direi che il film ci fa riflettere sull’insoddisfazione di avere tutte le porte aperte e della possibilità di raggiungere il successo ad alte vette,quando poi ciò che i giovani d’oggi cercano è la stabilità più quotidiana di una famiglia,di un lavoro “anonimo”.



Il ritorno nella sua città d’origine rappresenta proprio il viaggio materiale e interiore che in parte è riuscita a fare. Non ottiene ciò che vuole ma impara qualcosa,che non basta. Riesce a vedersi un po’ meglio,a capire che qualcosa non va però non sembra che voglia intraprendere un percorso di aiuto per migliorarsi.
L’incontro con un’altra ex compagna di liceo ,anche lei squilibrata e rassegnata a vivere nella sua piccola provincia del sud, la rasserenerà per quanto riguarda il sentirsi migliore,la più bella,la ragazza arrivata nella città più grande. Sembra mettere da parte quell’intuizione di sofferenza ,che pareva emergere in lei, per tornare alla sua vita da autrice,salutando in parte il suo passato.
Insomma,un lungometraggio che fa riflettere sul tema delle ossessioni,delle manie,delle costruzioni mentali della realtà come vogliamo  che forse ci fanno stare meglio ma che ci provocano più dolore che mai. Ci parla della crescita e dell'evoluzione di ognuno di noi in esseri adulti.

 "Everyone gets old. Non everyone grows up".

Charlize Theron è una garanzia. Unica , magistrale nel portare sul grande schermo protagoniste donne di grande impatto che soffrono.
Da Monsters a North Country dimostra la sua bellezza,il suo fascino e la sua bravura.
Assolutamente superconsigliato ma non merita il massimo del punteggio. 4/5